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leggere il codice di tracciabilità delle uova

CODICE DI TRACCIABILITÀ DELLE UOVA
PICCOLA GUIDA

Che significa e come si legge il codice stampato sul guscio delle uova?

Quando possono essere considerate fresche?

Investigamarchio - codice tracciabilità uova

Prima di tutto: dal punto di vista alimentare, cosa sono le uova? In ottica sanitaria con questo termine vengono definite uova di volatili di allevamento (diverse da uova incubate, rotte, o cotte) nel loro guscio, adatte al consumo umano diretto, o per la preparazione di ovoprodotti (Regolamento 853/CE/2004).
In ottica commerciale le "uova in guscio" sono uova di volatili, in genere da cortile, fresche, conservate o cotte - diverse dalle uova da cova (Regolamento UE 1308/2013). Con il DLGS 267/03 vengono stabilite le regole base per la protezione delle galline ovaiole e la registrazione dei relativi stabilimento di allevamento, in attuazione delle direttive europee 1999/74/CE e 2002/4/CE.
Vedi anche: Regolamento delegato UE 2023/2465.

Codice di tracciabilità per le uova fresche

Passare il mouse/fare tap sopra le sezioni del codice qui sopra.

2

IT

002

BG

020

TIPO DI ALLEVAMENTO

PAESE DI ORIGINE

COMUNE DI PRODUZIONE

PROVINCIA

CODICE ID ALLEVAMENTO

Può essere:

0 - Biologico

1 - All'aperto

2 - A terra

3 - In gabbia

Sigla del Paese di origine

Codice ISTAT del Comune di produzione

Sigla della Provincia

Codice identificativo univoco dell'allevamento

Su ogni singolo uovo è presente un codice alfanumerico che ne garantisce la tracciabilità, mentre sulla confezione vi sono indicate le altre caratteristiche, commerciali. Vediamo quindi in dettaglio di cosa si tratta.
 
Partiamo dalla confezione dove generalmente viene indicata la taglia delle uova e la categoria. La taglia è generalmente una sigla convenzionale e riconoscibile la cui classificazione e:
S - per le uova più piccole - peso inferiore a 53gr.
M - uova di taglia intermedia - peso minimo 53gr.
L - uova grandi - peso minimo 63gr.
XL- uova grandissime - peso minimo 73gr.

Per ogni categoria c'è un certo margine di peso. Ma perché ci sono differenze di dimensioni e peso delle uova? Dipende da vari fattori: dalla razza delle galline ad esempio, o dall'età delle stesse; più sono giovani più sono piccole le uova, ma con l'avanzare dell'età le uova diventeranno più grandi. A volte sulle confezioni si legge anche la dicitura "XXL" oppure "giganti" o "grandissime" che attrae maggiormente il consumatore, ma sempre di uova XL si tratta.
Sulla confezione devono essere presenti anche altri elementi per rispettare le normative sull’etichettatura (Regolamento CE 1169/2011), e cioè un sigillo di garanzia sulla fascetta che circonda la confezione delle uova, il peso, il termine e le condizioni di conservazione, il bollo CE, il paese di provenienza, la ragione sociale del centro di imballaggio con l’indirizzo e il numero di lotto di produzione.
 
La categoria indica il grado di freschezza ed alcune proprietà delle uova.
Cat.A Extra - uova freschissime o extra fresche non trattate e non refrigerate, con camera d’aria non superiore a 4mm. Sulla confezione deve essere indicata la data di deposizione e a partire da essa possono essere consumate fino al 7 giorni dall'imballaggio e fino a 9 dalla deposizione. Oltre questi termin
i, l'uovo può essere commercializzato solo facendo riferimento alla Categoria A, e perde di fatto la qualifica di "extra".
Cat. A - Uova fresche, non refrigerate , senza alcun trattamento di conservazione; la camera d'aria non deve superare i 6mm. Il termine minimo di conservazione deve essere di 21 giorni dalla deposizione, indicato in etichetta.
Cat. B - Uova di seconda scelta, conservate e refrigerate. Sono presenti 3 sottocategorie:
B1, sono quelle che non rientrano più nella categoria A;
B2, conservate e refrigerate per un certo periodo di tempo;
B3, destinate a lavorazioni particolari, per allungarne la scadenza;
Cat. C - Uova che non rientrano nelle caratteristiche qualitative precedenti; sono uova declassate e conservate, di qualità inferiore, che non possono essere messe in commercio perché presenti, ad esempio, dei difetti. Sono quindi destinate all'industria alimentare per preparazioni alimentari industriali.

Sulle uova è presente un codice - come detto in precedenza, di 11 caratteri alfanumerici in formato N.XX.NNN.XX.XXX. Vediamone il significato.
-La prima cifra indica il tipo di allevamento, ovvero il sistema con cui vengono allevati i volatili. Tale cifra può assumere 4 valori:
 0 - Allevamento biologico. In questo tipo di allevamento le galline devono avere una zona di pascolo ampia (fino a 10 mq per esemplare) e stagni, una zona ricovero coperta e la presenza anche di galli. Ovviamente i mangimi devono avere obbligatoriamente origine biologica, e sono vietati l'uso di additivi per la crescita, mangimi OGM, e farine di pesce. Tutta la filiera deve essere biologica, infatti i pulcini stessi devono provenire da allevamenti biologici. Naturalmente il regime biologico deve essere certificato per legge.

1 - Allevamento all'aperto. Qui deve esserci un'area pascolo ed un ricovero coperto. Per ogni ettaro si ha un massimo di 2500 esemplari, con una superficie di 4mq per singolo esemplare. Per quanto riguarda i mangimi non sono previste prescrizioni, quindi possono essere introdotte sostanze e additivi per favorire ed accelerare la crescita e la deposizione delle uova, oppure farine di pesce.

2 - Allevamento a terra. In questo tipo di allevamento in realtà le galline sono a terra, ma sono comunque al chiuso all'interno di grossi capannoni per tutto il loro breve ciclo di vita. Viene usato sia per galline ovaiole, sia per polli da macellazione (7 esemplari per m²). Ciò equivale quasi sempre ad allevamenti intensivi, visto che con il termine "terra" si intende il pavimento del capannone. Spesso c'è la ventilazione forzata e sono presenti luci artificiali sempre accese per invogliare l'animale a cibarsi in continuazione (e quindi dormire di meno) con il solo scopo di far accrescere velocemente il suo peso. Nel caso di galline ovaiole serve a far produrre più velocemente le uova (che potrebbero risultare non del tutto salutari per il consumo), nel caso di di polli da macellazione serve a far arrivare l'animale il più velocemente possibile alla macellazione.

3 - Allevamento in gabbia. Anche questo è un allevamento intensivo ma in questo tipo di allevamento è consentito stipare ben 14 esemplari ogni m². Le gabbie (chiamate batterie) dispongono di una superficie che varia dai 550cm² (gabbie convenzionali) ai 750cm² (gabbie arricchite) e sono alte 40cm. All'interno devono essere presenti un nido, una lettiera, posatoi, mangiatoia e sistema di abbeveramento adeguato. Queste batterie si trovano all'interno di capannoni industriali e, come nel caso dell'allevamento a terra, le luci sono sempre accese e con ventilazione forzata.
Attualmente questo tipo di allevamento è ancora permesso, sebbene sempre più aziende decidano spontaneamente di abbandonare questo sistema, in attesa di una legislazione per vietare questa pratica. La Commissione Europea si sta muovendo in tal senso, ed ha accolto la petizione di cittadini europei chiamata End of cage Age che ha lo scopo di abolire l'uso delle gabbie dagli allevamenti, non solo quelli avicoli.


Seguono due lettere che identificano lo Stato in cui si trova l'allevamento.
Poi troviamo tre cifre che identificano il codice ISTAT del comune di produzione.
Seguono ancora le due lettere della provincia di produzione.
Le ultime tre cifre identificano in maniera univoca lo specifico allevamento di provenienza. È un codice attribuito dall'Azienda Sanitaria per identificare il produttore.

Oltre al codice, troviamo delle righe dove vengono indicata o la data di scadenza o quella di deposizione; a volte entrambe.

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